mercoledì 15 giugno 2011

il mondo della consulenza

Navigando qua e la per la rete, mi sono imbattuta in un blog tenuto da una mia "vecchia" conoscenza lavorativa. Allora io ero una consulente e lui era (anzi... è) il responsabile delle politiche fiscali internazionali di un gruppo multinazionale.
In vari anni di lavoro ci siamo scambiati una quantita indicibile di e-mail e ci siamo incontrati un paio di volte.

Sono rimasta molto stupita nel scoprire che questa persona scrive in un blog e il mio stupore è aumentato nel leggere un post che ha ad oggetto proprio i consulenti, l'altra faccia della medaglia del mondo aziendale. Leggendo le sue parole non ho fatto altro che pensare a quanta ragione avesse e, soprattutto, a quanto farebbe bene ad alcuni "grandi capi" di società/studi di consulenza leggere quelle poche righe...
Un passaggio dello scritto mi ha colpita particolarmente e non posso che pensare: "cacchio... il mio mondo (pardon, il mio ex-mondo) funziona proprio così":

"Most of the tax consultants I have encountered - and believe me that are many - do not understand an MNE. They are only interested in selling their little trick. They are basically comparable to McDonald's employees. The learn a trick, how to make a Big Mac. They then sell it so the customer pretending they sell a unique hamburger - unique. This is a hoax, or simply bull shit. You pay for the hamburger a price which includes all the research done to make the hamburger, for the pretty secretary of the CEO, and so forth."[Blog: "Tax Consultants" post del 21 dicembre 2009]

giovedì 17 marzo 2011

Buon Compleanno Italia unita

Costituzione della Repubblica Italiana.
Art. 1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
In ufficio oggi siamo presenti in 15. Considerando che la struttura conta (più o meno) 40 persone, siamo in tanti per essere un giorno - sulla carta - festivo. 
Festeggiamo il 150° anniversario dell'unità di Italia tenendo fede alla Costituzione. Nessun obbligo di presenza, ma comunque siamo qua. Si capisce che è un giorno "non lavorativo" da tanti fattori, prima di tutto non stanno squillando i telefoni (ebbene si, i nostri clienti - almeno gli uffici amministrativi - non lavorano nei giorni di festa), inoltre tutti i presenti indossano jeans e scarpe da ginnastica: un outfit di questo genere si può vedere solo in rare occasioni (il 31 dicembre, il 14 agosto... e ovviamente al sabato).
Non è un atto di protesta o altro... purtroppo è una costante: quelli che per tutti sono giorni di festa, per me e per molti miei colleghi sono solo un miraggio.
L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro e questo è un principio che i miei responsabili rispettano fermamente.  Non incolpo solo la struttura: chi decide di lavorare dove lavoro sa quello a cui va incontro. Spesso credo che ci sia, fondamentalmente, qualcosa di sbagliato in me e nei miei colleghi (o in chiunque decida di lavorare dove lavoro) non solo perché accettiamo questa prassi dal resto del mondo ritenuta assurda (lavorare sabato, domenica e giorni festivi è solo la punta dell'iceberg del sistema), ma perché spesso la giustifichiamo.
Vorrei sottolineare che non sono un medico e nemmeno un addetto alla sicurezza nazionale. Il mio lavoro non è classificabile nella categoria "devi essere reperibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7 altrimenti esplode il mondo".
Eppure lavoro mediamente 12 ore al giorno 5 giorni la settimana. I sabati e le domeniche in cui non ho acceso il PC si contano sulle dita di una mano. Ciò che per gli altri è una cosa normale (ad esempio fissare un appuntamento al cinema con gli amici in un giorno settimanale per le ore 22.00 e riuscire effettivamente a presentarsi), per me sono piccole conquiste.
Chiamare questo fenomeno "dedizione" o "spirito di sacrificio" non rende l'idea. Non è "encomiabile" uscire dall'ufficio (alle 21.00 o più tardi, non alle 18.00) e portarsi a casa il lavoro. E' quello che ci si aspetta che facciamo.
Molti di noi riescono a "passare a miglior vita" (non necessariamente lavorano 8 ore al giorno, ma semplicemente possono prendersi un giorno di ferie senza avere la necessità di tenere il cellulare sotto mano... "nel caso in cui ci sia un'emergenza in ufficio"), ma la cosa triste è che qualcuno poi torna sui suoi passi.
Quindi eccomi qua, seduta alla mia scrivania in questo giorno di festa, sforzandomi di ignorare gli sms che ricevo ("ehi ci sei stasera?", "ma sei sempre in ufficio", "ma davvero sei a lavoro?") da persone che non capiscono e non possono capire - non è cattiveria, solo chi ci è passato può davvero comprendere in fondo cosa significa - e sentendomi felice perché "ma si, se non ci sono casini, oggi forse riesco a staccare alle 18.00!!"

martedì 22 febbraio 2011

"Maybe we're not supposed to be happy. Maybe gratitude has nothing to do with joy. Maybe being grateful means recognizing what you have for what it is. Appreciating small victories. Admiring the struggle it takes simply to be human. Maybe we're thankful for the familiar things we know. And maybe we're thankful for the things we'll never know. At the end of the day, the fact that we have the courage to still be standing is reason enough to celebrate."


*.*.*


"Forse non siamo destinati a essere felici. Forse la gratitudine non centra niente con la gioia. Forse l'essere grati significa dare il giusto valore alle cose, apprezzare le vittorie, stupirsi della fatica che ci vuole per essere un essere umano. Forse siamo riconoscenti per le cose che conosciamo, e forse siamo riconoscenti per quelle che non conosceremo mai. Ma alla fine della giornata il fatto che abbiamo ancora il coraggio di restare in piedi e già un motivo sufficiente per festeggiare."


(Grey's Anatomy - S02E09)

venerdì 12 novembre 2010

“We're born alone, we live alone, we die alone. Only through our love and friendship can we create the illusion for the moment that we're not alone.”


(Orson Welles)